di
Amanita - Primavera
Polaroid Land 101
Pellicola Istantanea Fuji FP100 (fuori produzione) formato 8,5x10,5 cm
Aprile 2020
Premessa
Una primavera memorabile quella che stiamo vivendo, una primavera che abbiamo accolto dalla nostra quarantena. Personalmente abbiamo scelto di trascorrere questo tempo nel modo più essenziale possibile, ponendo l’attenzione su ciò che già è presente intorno a noi, senza cercare altro da fuori. La spesa ogni dieci/quindici giorni, solo per viveri e igiene della persona e della casa, nessun corriere che si è mosso da o verso di noi, nessun nuovo corso online, poche informazioni in entrata, scelte con cura, per non sovraffollare gli spazi sia fisici che mentali.
Abbiamo percepito forte la dimensione del “troppo” che si è fatta breccia nell’unico spazio di socialità possibile, il mondo online, e abbiamo sentito che la strada più in linea con il nostro cammino sarebbe stata invece, quella dell’essenzialità nel mondo reale.
Abbiamo intuito un appello che è andato ben oltre le leggi imposte dalle istituzioni in una situazione di emergenza, un appello che è partito forte e chiaro, prima di tutto dalla Natura.
Un invito a fermarci, come esseri umani in primo luogo e di conseguenza poi, anche come cittadini italiani, esseri sociali e persone che fanno parte, volenti o nolenti, di un sistema politico/economico fondato sul consumismo. Prima di tutto come esseri umani, per ritrovare in questo la nostra essenza, al di là delle etichette che ci appiccichiamo addosso in questa società, in cui il valore dato dal denaro o dalla professione esercitata, vengono anteposti alla nostra natura di esseri viventi in connessione con il pianeta che ci accoglie.
Un invito a porci delle domande: Perché siamo arrivati a questo punto?
Qual è la nostra responsabilità in ciò che sta accadendo?
Questo ha necessariamente influenzato anche il nostro approccio alla Primavera di Latenze e Rivelazioni.
In una situazione di “normalità”, come la intendevamo prima del Covid 19, avremmo portato Amanita a fare una scampagnata in qualche prato al limitare del bosco, quelli che si punteggiano di fiori semplici e bellissimi con l’arrivo dei primi caldi primaverili.
Inoltre avremmo scelto, come da progetto, la macchina fotografica più adatta alla stagione in corso (avevamo pensato ad un medio formato 6x7, con pellicola a colori).
Ci siamo però trovati impossibilitati a lasciare il perimetro di casa e, rimanendo coerenti al nostro modo di approcciarci alla quarantena, abbiamo deciso di non acquistare i rullini online, ma di utilizzare ciò che già avevamo a disposizione.
Ecco che ci siamo resi conto, ancora una volta, di possedere tutto ciò di cui avevamo bisogno, proprio lì a portata di mano. Un orto in fiore e una Polaroid, con le ultime pellicole istantanee di un lotto fuori produzione, acquistato tempo fa.
Così abbiamo accolto la nostra Primavera, nella ri-scoperta di un fazzoletto di terra all’interno del cortile, da qualche tempo trascurato, per via degli impegni che si erano fatti più pressanti e all’apparenza più importanti.
Certamente più importanti per le dinamiche tipiche di questa società, ma davvero più importanti per noi?
Ci siamo sentiti letteralmente fiorire nello scoprire che le fragole, piantate anni prima, si sono riseminate ed ora coprono una buona parte dell’orto. Se l’anno scorso ci eravamo affrettati a comprarle, senza accorgerci che facevano capolino tra i convolvoli, distratti come eravamo dalla frenesia della vita moderna; questa volta abbiamo deciso di celebrarle, come simbolo di una nuova consapevolezza, della ricchezza che è già tutta qui, nella Natura che si rivela.
I petali bianchi dei fiori di fragola si sono così posati sulla pancia di Amanita, che è sbocciata con loro colorandosi di nuove sfumature raccolte nell’orto: il celeste, il blu e il bianco della Borragine, il giallo del nettare incoronato dalle corolle, il verde dell’erba appena nata, il rosa del Cuore di Maria appena accennato sulle gote e il rosso acceso, come promessa per i frutti che verranno.
È così la Primavera, la stagione degli impegni semplici e delle fioriture generose, delle rivelazioni nascoste tra l’erba incolta. Il tempo di una rinnovata vitalità, ma ancora timida e poco esibita, al riparo dei cespugli e accarezzata dai primi tepori, che salgono dalla terra scaldata dal sole e arrivano ai piedi scalzi, trasformandoli in radici. Il ritmo della Terra sincronizza il battito del cuore, che attraverso mani sporche di colore, si fa messaggero di un Tutto di cui finalmente si sente parte, e si manifesta come promessa di Nuova Vita.
L’orto appena fuori dalla porta di casa, inaspettatamente, si è mostrato ricco di insegnamenti, al pari di un viaggio in capo al mondo.
E la Polaroid?
Come la primavera, la pellicola istantanea è un’impronta immediata di qualcosa, che decide di nascere quando è il suo momento, senza troppi passaggi macchinosi, pose, o tempi controllati.
Le peculiarità delle polaroid sono l’imprecisione, l’imperfezione, la non completa fedeltà al colore canonicamente accettato, così come si mostrano i primi germogli dei semi piantati in inverno, imperfetti, imprecisi e non ancora compiuti.
La sua materiale consistenza nervosa, fibrosa e forte la rende somigliante alle piantine che sgambettano e sgomitano per svelarsi.
Questo è il vero perché della scelta, dettata dall’occasione della forzata clausura, un perché che si è manifestato molto più calzante rispetto alle valutazioni pregresse.
Avevamo pensato ad una pellicola a colori, con l’intento di rimarcare l’estetismo della primavera, una scelta di formato anche molto elegante e lineare, ma come per l’inverno, ci sarebbe stato un ulteriore passaggio in camera oscura, per potersi poi mostrare al mondo.
La polaroid no, lei sboccia come sbocciano i fiori, immediatamente e senza tanti fronzoli, se decidi di farla nascere, è pronta a farlo e si annuncia subito.
La grande lezione che ci portiamo nel cuore è che nulla avviene mai per caso, come non è casuale il luogo dove un fiore decide di nascere e crescere.
Ogni esperienza accade per portarci un insegnamento, sta a noi coglierne un’opportunità per provare a percorrere nuove strade, oppure attenerci a percorsi predefiniti, ancorati a convinzioni ed abitudini, che un’autentica Rinascita ci invita a lasciare andare.
Backstage - Processo
Stefania, nel laboratorio di Maraconde, ha creato per LemmeLemme Amanita, un burattino nato dal legno dei boschi della Valle Camonica.
Insieme ad Alberto, documenteranno il percorso di Amanita stagione per stagione; scegliendo ogni volta un processo fotografico e un contesto che raccontino quel particolare momento dell'anno e il processo creativo che guida il loro progetto artistico.
Per vedere quando Amanita è nata nel laboratorio di Stefania, in inverno, dovete andare qui
Potete leggere di più del progetto Latenze e Rivelazioni e dei suoi autori qui
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