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LemmeLemme MINI/ di letture, educazione e altri colori


Dopo numerosi dubbi e riflessioni sul tema, LemmeLemme apre una Rubrica su educazione, lettura e apprendimento.

Lo facciamo con grande entusiasmo e dopo aver percepito la necessità di contenuti sull'argomento in italiano che abbiano uno sguardo e un respiro ampio, svincolato da stereotipi e pregiudizi.

In quattro rubriche, quattro testimonianze diverse tra loro che partono con quella di oggi, cercheremo di dare un'idea della nostra visione, il nostro approccio a temi come homeschooling, lettura per bambini, educazione e materiali per le attività con i più piccoli.

Il nostro approccio nell'iniziare questa avventura è, coerente con il nostro fil rouge, la stagionalità.

In ogni stagione/articolo vi daremo spunti di lettura con i più piccoli, affronteremo un argomento/tema dell'educazione e vi offriremo un PDF scaricabile e stampabile.


Il nostro focus è sulla lettura (anche dei silent book, quindi non si procede solo per parole ma per immagini, suggestioni, tratti e colori) come strumento di apprendimento prezioso che temiamo possa perdersi sempre di più.

Più precisamente una lettura a tema Natura e stagioni, in particolare per i primi anni (fascia 0-6).


Per chiudere la primavera e aprire questo nuovo capitolo abbiamo avuto il piacere di parlare con Valentina Picelli.

Un piacere doppio per noi partire con lei, perché fu proprio chiacchierando di educazione e di libri insieme a Valentina che scoprimmo "Adagio, adagio, adagio" dice il Bradipo di Eric Carle. Libro nel quale è contenuta la frase "cincischio, non mi agito e vado lemme lemme" che avrebbe in seguito dato il nome al progetto del nostro Collettivo!


A fine pagina troverete la lista di Consigli di lettura per la primavera e una Booklist scaricabile in PDF con le Letture quattro stagioni, libri che hanno come tema proprio lo scorrere delle stagioni durante l'anno.


HOMESCHOOLING


Qual'è stata la vostra esperienza di homeschooling?

La nostra esperienza di homeschooling è durata un anno, nello specifico quello corrispondente alla classe terza della scuola secondaria di primo grado con annesso esame finale; un ricordo forte che abbiamo ancora ora a distanza di anni, perché fare homeschooling non è quello che sta succedendo ora a causa del covid-19, cioè, non è un fare i compiti a casa, ma essere e vivere il processo di apprendimento a casa.

Mi sento di precisarlo perché troppo spesso in questo periodo la parola homeschooling è stata erroneamente utilizzata per indicare la DAD , ma la didattica a distanza che sta coinvolgendo e sconvolgendo tante case italiane non ha nulla a che fare con l’homeschooling ed è buono che lo si ribadisca.

L’homeschooling o la scuola parentale, così come tante altre esperienze libertarie, è una possibilità resa possibile dalla nostra Costituzione (articoli 31,32,34) che prevede e rende obbligatoria, dai sei anni, l’istruzione dei bambini e non la frequenza scolastica.

I genitori, se lo desiderano (e possono farlo), si assumono la responsabilità di istruire i propri figli o di organizzarsi in modo tale che la loro istruzione sia seguita da personale scelto appositamente.

In molti paesi del mondo (come ad esempio la Germania) questo è vietato, in molti altri questo è invece, per diverse ragioni (storiche, logistiche, religiose, etc.) molto comune ( ad esempio in Inghilterra).

È veramente un tema molto vasto e complesso che richiederebbe molto tempo e spazio per riuscire a coglierne le sfumature.


Chi era coinvolto nell'educazione?

Per noi è stato un anno molto coinvolgente nel senso letterale del termine: infatti tutti, come famiglia, siamo stati coinvolti nel progetto, anzi, direi di più, abbiamo coinvolto quanto più possibile anche amici o conoscenti che sapevamo avrebbero potuto portare il loro apporto. Non facendo far loro azioni specifiche, se non quella di portare quello che già li caratterizzava per esperienza di vita o lavoro.

Questo è forse il ricordo più bello che porto di questa esperienza e cioè che quando una comunità si lega e si sente attivamente coinvolta nell’istruzione dei figli (anche quando non sono i propri) questo fa crescere l’intera comunità.

Aprendo la strada all’imparare del bambino si scopre e si impara tantissimo: sul bambino, sulle relazioni, su noi stessi, sul mondo.


In italiano hai trovato il materiale che cercavi?

Nel nostro caso il programma del terzo anno è stato il sentiero che ci siamo dati per farci da bussola (non è assolutamente sempre così, se si sceglie di fare homeschooling), ma poi dagli intrecci tra interessi personali, fatti di cronaca, diramazioni varie sono nate le svolte più belle, gli slanci più impensati (come quelli per l’Opera e Verdi), e ci siamo ritrovati a nuotare in acque diversissime…

È stato un farsi portare dalla corrente, a volte pericoloso, perché da cosa nasce cosa e il rischio è quello di non ritrovarsi e per questo è necessario sapersi arginare, disciplinarsi. Tutto ciò costa molto impegno e lavoro. Credo sia per questo che soprattutto all’estero abbondino così fortemente per le famiglie i vari curriculum (delle più diverse correnti, pedagogie, scuole, etc.) da acquistare con materiale di ogni tipo dall’asilo fino alle ultime classi prima dell’ammissione all’università.

Anche noi abbiamo utilizzato un po’ di questo materiale (prevalentemente in inglese) reperibile, con lunghe ricerche (per testarne la qualità) online da siti americani o australiani. Ci è stata da faro in tutta questa esperienza una persona che già da anni seguivo sul web, Sybille Tezzele Kramer, mamma artista homeschooler per anni di due figli, che mette a disposizione diversi materiali di sua creazione: lapbook, disegni e altro materiale.

Al tempo non esistevano (e non credo esistano oggi) in italiano dei curriculum completi così per come vengono intesi all’estero, ci sono però tante storie e figure di riferimento.


Avete usato materiale di Charlotte Mason?

In Italia non abbiamo i libri di Charlotte Mason tradotti, non abbiamo il suo sapere tradotto in curriculum, ma abbiamo, ad esempio, il patrimonio vasto, ricco, e per me bellissimo, dell’esperienza di Mario Lodi nella scuola italiana della fine degli anni Sessanta.

Con la mia famiglia e un gruppo di famiglia amiche abbiamo avuto modo di conoscere Mario Lodi nella sua casa, siamo stati accolti per un'intera giornata dopo esserci (auto)invitati spinti da una grandissima stima e dal desiderio di poterlo conoscere e di farlo conoscere ai nostri bambini. L'esperienza educativa di Mario Lodi rappresenta per me una storia esemplare da conoscere, un patrimonio per la storia della scuola italiana, e quindi una risorsa anche per il suo futuro.

Guardare al bambino, guardare alla sua storia, alla natura che lo circonda, far si che sia l'ambiente a far emergere le parole, le domande, le scoperte. Le storie poi sono testimonianze feconde di un insegnare e imparare insieme concreto, ricco di senso e speranza… così come detto nel titolo del suo libro*: "C’è speranza se questo accade al Vho". Sembra quasi un controsenso, parlando di homeschooling, citare Mario Lodi, maestro che ha dedicato studio, intelligenza e cuore per una scuola cooperativa e pubblica, democratica, ma le cose come sempre sono complesse e qui si aprirebbe un altro grande capitolo, mi sembra solo buono chiarire che tanti che oggi intraprendono percorsi di scuole parentali non sono contro il concetto di scuola pubblica, ma la sentono sofferente e vorrebbero vederla trasformata, rinnovata, rivissuta, insomma quei processi che coraggiosamente alcuni maestri alla fine degli anni sessanta hanno portato avanti per dare vita ad una nuova Idea di Scuola.


L'importanza dei libri come guida...

In quell’anno ciò che prevalentemente ci ha guidato è stata la mia innata curiosità (nel senso di indagine di materiali, ma anche di possibilità di scoperta e apprendimento sul territorio) e la mia passione e formazione nel campo della letteratura per ragazzi.

Abbiamo abbandonato molto presto i libri di testo in comodato, acquistandone altri, ma soprattutto aprendoci ai libri in senso lato. I libri, dalla divulgazione alla narrativa, dalla graphic novel alle biografie, sono diventati maestri o ancor più fonti di ispirazione o Virgilio capaci di accompagnare, non impedendo di fare il proprio percorso, ma mostrando uno sguardo.

Ci sono case editrici italiane che prestano veramente cura, attenzione all’oggetto libro facendolo diventare un prodotto integro e rivelatore di senso e ciò, nella mancanza di logica e nei semplicismi che contraddistinguono tanto materiale che circola per bambini (e non solo), ne fa oggetti e maestri preziosi.

Negli ultimi decenni l’editoria italiana ha vissuto un vero e proprio esplodere di produzione per bambini e ragazzi, offrendo un labirinto di possibilità. Labirinto in cui è facile perdersi, in cui è facile incappare in prodotti dozzinali e di bassa cura, ma in cui è anche possibile trovare risorse e tesori grandi.

Un labirinto è un luogo di esplorazione, ricerca, anche errore, ma pur sempre di esperienza.

Un buon libro è un libro che contiene parole scelte e immagini non banali, in cui cui grafica, impaginazione si sposano con il tutto perché tutto è progetto e tutto concorre a far sì che quell’oggetto porti un’esperienza. E così imparare con i libri è un’esperienza che ne contiene molte.

Altro discorso, che ci porta a divagare, ma che trovo importantissimo e molto poco affrontato nel nostro paese, è quello dell’information literacy, cioè quelle competenze che ognuno di noi dovrebbe poter sviluppare per rapportarsi in modo significativo e opportuno alle diversificate fonti di informazioni che ci circondano. Ecco, saper scegliere e distinguere credo siano grandi insegnamenti.

Capire la sfumatura tra il dovermi appellare ad un dizionario o ad un’enciclopedia, tra lo scegliere una fonte non citata su internet o altro… Sono tutte opportunità che l'imparare con i libri offre in modo tangibile se vi si vuole trovare spazio e tempo.

Sapersi muovere tra le offerte, riconoscere, scegliere. Si impara già alle prime letture.


LIBRI E NATURA


"I libri sulla natura non possono e non devono sostituire l'esperienza in natura, ma possono sublimarla o possono ancorarci ad essa quando sentiamo lo strappo dovuto ad una vita frenetica o troppo cittadina."

illustrazione dal libro "E poi...è Primavera"

Durante la quarantena la nostra esperienza della natura è stata relegata in 1 metro quadrato di balconcino, dove abbiamo potuto assistere attentamente, in un tempo lento, da marzo in poi all’aprirsi delle foglie, lo sbocciare delle margherite, il crescere rapido delle piantine di pomodoro.

Questa poca, ma osservatissima natura è stata l’unica che abbiamo esperito direttamente per tre mesi. La primavera si è colorata in lontananza, negli alberi che vediamo al di là del prato in lontananza, il paesaggio si è colorato pian piano proprio come narrato in “E poi…è primavera”*.

Per noi in questo periodo perderci in certi libri sulla natura è stato un mettere in parola, far spazio ai ricordi delle primavere passate e ai desideri di ciò che si sarebbe voluto fare una volta di nuovo “là fuori”.

Credo che certi libri ci abbiano aiutato in questo periodo storico a vivere delle esperienze della natura ricordandoci sensazioni fisiche, profumi, odori che, seppure non possono essere la stessa cosa, hanno riacceso l’attenzione su ciò che ci circondava in lontananza e sui ricordi, facendo così emergere fortemente il senso del ritmo e del ritorno. Per questo amiamo molto un classico come l’Albero* di Iela Mari che ci permette di cogliere il mutare, la trasformazione e il ritorno.


Scelte educative controcorrente, anticonvenzionali, "contro" le imposizioni della scuola tradizionale o dell'apprendimento in modo più classico. Spesso sembrano aumentare il divario e la mancanza di comunicazione tra realtà libertarie, famiglie homeschooler e realtà più tradizionali.

In questo quadro fatto di bianchi e neri, con poche sfumature, le biblioteche, le librerie, i gruppi di lettura per i più piccoli, potrebbero (dovrebbero!) essere IL luogo di riferimento neutro, dove trovarsi indipendentemente dalle scelte pedagogiche.

I libri come patria dove ritrovarsi, tra temi, testi, riferimenti e figure comuni...


Imparare attraverso l’esperienza con i libri, però rispettandoli, senza metterli sul tavolo dell'anatomista per sezionarli e renderli inanimati, ma offrendoli, con cura, lasciando che esercitino loro la loro forza.

Con i libri belli succede così, se non vengono sfruttati a tavolino, arriva il momento preciso in cui ci parlano e si fanno miccia per accendere la voglia di esplorare ancora, di scoprire ancora o di indagare oltre, sia che si tratti di una nozione sia che si tratti di un sentimento.

Ecco che allora concordo pienamente che i libri per bambini possono essere un terreno comune in cui tutte le famiglie o tutte le correnti educative si potrebbero incrociare ed incontrare.

Quando vivevamo a Bologna, in seconda elementare avevamo sul comodino nello stesso periodo Bandiera* di Mario Lodi e l' Albero* di Iela Mari. Ci perdevamo nelle parole semplici, ma potenti della storia del primo e nella narrazione scientifica e tanto poetica in sole figure del secondo.

All'epoca si frequentava una scuola pubblica di quartiere e ogni mattina andando a scuola a piedi si passava davanti ad un albero ben preciso, ribattezzato da nostra figlia Camillo; giorno dopo giorno lui si raccontava stando lì e attorno al suo mutare nascevano racconti e piccoli aneddoti che si nutrivano anche delle parole e delle immagini di quei libri sul comodino.

illustrazioni dal libro "Nell'Erba"

Il bambino ha un rapporto privilegiato e diretto con la natura. Un buon libro per bambini è un libro che contiene in sé traccia dell'Infanzia con il suo sguardo altro, con le sue peculiarità e stranezze.

Credo che i buoni libri per bambini, intendo quelli che parlano davvero all’Infanzia, qualora mettano la natura come protagonista sono libri in cui i bambini possano sentirsi a casa. Questo presuppone che un minimo un bambino questa natura la esperisca, la possa vivere con i sensi e che in essa trovi anche un adulto che condivida con lui questa attenzione o comunione per lui naturale.

Sappiamo infatti che l'apporto del lettore è tutt'altro che piccolo nell'esperienza di lettura e quel nostro contributo da lettori altro non è che il nostro bagaglio di esperienze e ricordi. Immaginiamo di leggere una bellissima descrizione di una duna del deserto come la recepirà un bambino che quel deserto l'ha vissuto e toccato da uno che lo ha solo visto attraverso i media?

Pensiamo a Nell'erba* : è una storia piccola, esile, ma dai dettagli che si fanno grandi, lenti, dell'esperienza bambina: una farfalla arancione vista da vicina, il canto degli uccellini, il profumo del prato che penetra le narici, l'erba sempre più alta e fitta in cui, nel proprio essere pollicini, ci si smarrisce.

Il verde, il tanto generoso verde, che riempie quelle pagine lo abbiamo vissuto come un regalo in questo periodo e con un po' di nostalgia...

Le parole e le immagini di questi libri ci hanno permesso di ricordare attraverso i sensi l'esperienza del cambio di stagione, dello scorrere del tempo, del ritorno ciclico della rinascita primaverile.

I libri sulla natura non possono e non devono sostituire l'esperienza in natura, ma possono sublimarla o possono ancorarci ad essa quando sentiamo lo strappo dovuto ad una vita frenetica o troppo cittadina.

Sebbene non lo abbia citato, la chiacchierata con Valentina ci richiama subito un piccolo grande classico delle favole di Primavera, ovvero "Il filobus numero 75"* di Gianni Rodari, nell'edizione illustrata da Blanca Gomez.

Ce lo richiamano i riferimenti molto felicemente italiani "di una volta" ma anche quel riferimento attuale al tempo, alla primavera in città che sfugge, che se non fosse per un imprevisto (come il filobus della favola che esce da Roma per portare i pendolari in un boschetto) o per le lancette del tempo che si fermano (come in qualche modo è successo in Italia nella primavera 2020), non avremmo modo di vedere...


- Due impiegati del ministero dell’Istruzione appallottolarono i loro giornali e cominciarono una partita di calcio. E ogni volta che davano un calcio alla palla gridavano: “Al diavolo!” Insomma, non parevano più gli stessi impiegati che un momento prima volevano linciare i tranvieri. Questi, poi, si erano divisi una pagnottella col ripieno di frittata

e facevano un picnic sull’erba. “Attenzione!” – gridò ad un tratto l’avvocato.

Il filobus, con uno scossone, stava ripartendo tutto solo, al piccolo trotto. Fecero appena in tempo a saltar su e l’ultima fu la signora dei ciclamini che protestava: – Eh, ma allora non vale. Avevo appena cominciato a divertirmi.


“Che ora abbiamo fatto?” – domandò qualcuno. “Uh, chissà che tardi.” E tutti si guardarono il polso. Sorpresa: gli orologi segnavano ancora le nove meno dieci. Si vede che per tutto il tempo della piccola scampagnata le lancette non avevano camminato. Era stato tempo regalato, un piccolo extra, come quando si compra una scatola di sapone in polvere e dentro c’è un giocattolo.-


(da Il Filobus numero 75 - Gianni Rodari)



Nata e cresciuta a Merano, è rinata vivendo per molti anni a Bologna, dove ha studiato dapprima Lingue e poi Pedagogia specializzandosi in Letteratura per l’Infanzia; da diversi anni è tornata a vivere in Alto Adige seguendo la sua dolce metà. Partiti per l’università in 2, sono ora un’allegra, funambolica famiglia di 5: lei, lui, una ragazza di 15 anni, una fanciulla di 3 e un piccolo ometto di quasi 1 anno.


*Consigli di Lettura di Primavera (0-6)

Bandiera - Mario Lodi

L'albero - Iela Mari

E poi...è Primavera - Julie Fogliano , Erin E.Stead

Nell'Erba - Komako Sakai , Yukiko Kato

Il filobus numero 75 - Gianni Rodari , Blanca Gomez


In Inglese

Planting a Rainbow - Lois Ehlert

A Nest is Noisy - Diana Hutts Aston , Sylvia Long

The Story of the Root Children - Sibylle von Olfers



Leggere nelle stagioni, camminare nelle stagioni, riscoprire il ritmo del tempo e della natura con i nostri figli, che sia per arricchire un pomeriggio di doposcuola, vivere più a fondo una domenica pomeriggio o integrare il materiale che usiamo per fare lezione al mattino.


Lettura, attività semplici legate alla scoperta e all'esplorazione della natura e dell'ambiente circostanti (anche in città!) e qualche spunto e ispirazione per la casa, la cucina, la quotidianità.


Il primo argomento sono le letture stagionali, come annunciato in questo post.

Una Booklist vi offre spunti per libri che percorrono le quattro stagioni, da usare come riferimento narrativo per l'intero anno, per bambini nella fascia 0-6 anni.

Purtroppo alcuni titoli che vi consigliamo apprendiamo con dispiacere essere non tradotti o non disponibili.

Speriamo tornino a esserlo presto! Chissà che anche il nostro lavoro, nel suo piccolissimo, non possa ispirare o convincere qualche editore.

Eppure non fatevi scoraggiare dalla lingua! Si tratta di libri molto semplici con testi brevi adatti a bambini piccoli, buttatevi se lo desiderate in traduzioni simultanee fai da te o cogliete l'occasione per ripassare l'inglese.


per segnalazioni, suggerimenti di lettura o proposte di collaborazione scriveteci a

lemme.redazione@gmail.com

saremo felici del vostro feedback!











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